City Hall by Robert Rotenberg

City Hall by Robert Rotenberg

autore:Robert Rotenberg [Rotenberg, Robert]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 978-88-6251-047-9
pubblicato: 2008-12-31T16:00:00+00:00


34.

Fin dal giorno dell'arresto di Brace, Daniel Kennicott aveva preso a sintonizzarsi sul nuovo programma del mattino per capire come Donald Dundas riuscisse a cavarsela in una situazione di estrema delicatezza. Nei giorni successivi all'arresto, il programma era andato avanti con Dundas nelle vesti del sostituto temporaneo. Poi, durante le vacanze di Natale, era sparito dal palinsesto per essere rimpiazzato da una serie di insipidi programmi a cura delle sedi regionali. A gennaio era riapparso con un nuovo nome - Morning Has Broken - e con Dundas promosso al rango di conduttore definitivo. Nessuno aveva proferito verbo sulla detenzione di Kevin Brace per omicidio premeditato.

Tutto questo aveva ricordato a Kennicott i maiali della Fattoria degli animali, quelli che sgattaiolavano via di notte per cancellare le regole dai cartelli. Kevin Brace, come Palla di Neve nel romanzo di Orwell, era stato cassato da tutti i libri di storia.

Come conduttore, Dundas se la cavava con una certa abilità. Era in grado di affrontare gli argomenti più disparati, con i suoi ospiti, ma le sue conversazioni non avevano la profondità che era in grado di offrire Brace. Possedeva un umorismo fin troppo garbato e accomodante, ed era privo della lingua tagliente del suo predecessore. Così come la voce, calda e morbida, non reggeva il confronto con l'impatto e la solennità del tono baritonale e torbato del più anziano collega.

Dopo aver passato quasi due mesi a ricostruire l'esistenza di Kevin Brace, Kennicott si era ormai fatto una ragionevole idea di come si svolgessero le giornate di Dundas. La trasmissione si concludeva alle dieci di mattina, fuso orario di Toronto. Era trasmessa in diretta nella fascia atlantica del Canada alle nove e, in successive differite di un'ora, nelle altre zone del Paese. Al termine della diretta, e nell'ora seguente, il conduttore registrava spot promozionali per le puntate successive e partecipava alla riunione di redazione per la puntata del giorno dopo. Non si allontanava mai dagli studi della stazione radio, nell'ora successiva alla trasmissione, nell'eventualità che accadesse qualcosa di tanto urgente da costringerlo a ritornare in diretta sulla fascia centrale del Paese, ovvero Quebec e Ontario. Comunque fosse, alle undici aveva più o meno terminato.

Ecco perché alle undici del mattino Kennicott stava circumnavigando lentamente e a piedi il palazzo della stazione radio. C'erano tre distinte uscite, il che rendeva difficile indovinare da quale sarebbe apparso Dundas. L'uscita a nord dava su Wellington Street, un'arteria trafficata. Improbabile che un esteta come Dundas si sarebbe abbassato a filarsela da quella parte. Quella a ovest si apriva su una strada laterale, meno trafficata, e proprio di fronte a un grosso Starbucks. Kennicott vide che un bel po' dei dipendenti della stazione radio uscivano da lì per rifornirsi, come zombi, della regolamentare dose di caffeina. «È l'ora di un bel rinforzo» sentì dire.

Ma non ce lo vedeva, Dundas, andare da Starbucks, sempre pronto com'era a cantare le nostalgiche lodi di qualche emporio di provincia. Amava prendere le difese della «piccola gente» lui. Sul lato sud, invece, c'era un'accogliente e piccola caffetteria che esponeva in vetrina una collezione di vecchie teiere.



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